La famiglia di “Shibumi”

Trasformare la passione per il mare in uno stile di vita, sostenibile, appassionante, avventuroso.

 

“Appoggiare i piedi ogni volta in una sabbia diversa, andare alla ricerca di nuovi odori, sentirsi con piacere soli, persi e dispersi tra noi e la nostra casa galleggiante.”

 

Shibumi è il nome di una barca a vela ma anche il progetto di vita della famiglia Barberis, che ha scelto la passione per il mare e uno stile di vita nuovo, sostenibile, avventuroso e senza un itinerario preciso. 
Proprio su una barca a vela si sono conosciuti Sara e Stefano e da sempre hanno navigato nei mesi estivi, prima da soli e poi con i loro tre figli. Nel 2020 finalmente sono riusciti a trasformare il loro sogno in realtà: dopo aver venduto la loro casa in Italia sono andati a vivere in barca a vela e il 13 ottobre dello stesso anno hanno salutato le coste italiane. Direzione, ovest. 
Dopo aver trascorso l'inverno a Formentera, bloccati a causa delle restrizioni dovute al Covid, l’equipaggio riparte con la bella stagione, costeggia la Spagna e, dopo mesi di nuove avventure, approda nell’arcipelago delle Canarie, che da quasi due anni è diventata la loro nuova base. 

 

Immersi nella cultura canaria

Vivere su una barca a vela ha permesso alla famiglia Barberis di esplorare in lungo e in largo le bellissime isole vulcaniche, ma la loro casa è, per il momento, attraccata a Lanzarote. 

 

“Abbiamo scelto le scuole più facilmente raggiungibili dal porto in cui viviamo”, racconta Sara. “In questo modo riusciamo ad accompagnare facilmente i due piccoli, che frequentano la scuola primaria, mentre il più grande raggiunge la secondaria in bicicletta, lungo una bellissima strada che costeggia l’oceano. Prima di arrivare alle Canarie avevamo sperimentato il metodo dell’home schooling, anche se a Formentera, la nostra seconda figlia, Nina, aveva frequentato la scuola locale per due mesi perché voleva imparare una lingua nuova.

 

Da quando siamo qui, invece, non ci sono stati dubbi e siamo molto felici della scelta fatta. L’esperienza scolastica è ottima, i ragazzi si sono integrati benissimo. Lo studio a casa non è eccessivo, si lavora molto in classe e le lezioni seguono un metodo più pratico. 

 

I nostri figli non vivono la scuola come un obbligo ma come un piacere, e questo modello educativo lascia loro più tempo libero per praticare diversi sport e attività culturali: li hanno provati tutti, dal surf allo skate, dalla danza al teatro. Ma la loro vera passione rimane il rugby. Il grande già giocava in ASR a Milano, ma ora tutti e tre hanno trovato la loro famiglia rugbista nell’isola: il Lanzarote rugby club.

 

Dopo l’inizio della scuola, mio marito e io abbiamo ripreso a lavorare: le nostre disponibilità economiche ci permettevano infatti un periodo sabbatico limitato.

 

Fortunatamente io posso lavorare da remoto, sono una creativa digitale, mentre mio marito fa il pendolare a settimane alterne su Milano. Ovviamente la gestione in sua assenza è più complessa per me, ma i bambini stanno crescendo e sono sempre più autonomi. 

 

Qui si vive all’aria aperta, trascorrono il loro tempo in spiaggia in infradito e abbiamo costruito una buona rete sociale. Abbiamo conosciuto diverse famiglie del posto, oltre a quelle straniere ovviamente, perché a Lanzarote la comunità internazionale è numerosa. 

 

Quest’isola è davvero un bel posto dove crescere i propri figli, un luogo che, nonostante il turismo, è riuscito a preservare i paesaggi naturali e la cultura locale. A scuola, ad esempio, la cultura canaria è al centro di tante attività: come il Carnevale che qui è molto sentito e dura un mese, o la festa delle isole a maggio. Ma sono tanti gli eventi e le celebrazioni dedicate interamente alla cultura e alle tradizioni locali con cucina e musica tipiche”. 

 

Una barca laboratorio

Isolata dagli approvvigionamenti energetici terrestri, la barca è un ambiente che si presta perfettamente a diventare un laboratorio di progetti di divulgazione scientifica e ambientale, con il patrocinio dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - per il quale Stefano lavora.

 

“Facciamo valutazioni e bilanci energetici tra produzione e consumi dalle nostre fonti rinnovabili di bordo: pannelli FV, generatore eolico e in futuro idrodinamico”, spiega Sara. 

 

“Parallelamente, analizziamo i consumi energetici di una famiglia di cinque persone, introducendo concetti come impronta energetica e sostenibilità, uso intelligente delle risorse, lotta agli sprechi e  sensibilizzazione al rispetto ambientale, e  portiamo le nostre testimonianze con incontri da remoto nelle scuole.

 

Abbiamo anche avviato alcuni progetti ambientali sulla raccolta di plastiche con CNR ISMAR, raccogliendo campioni di pellet, un particolare tipo di microplastiche e facendo poi esaminare i campioni nei laboratori in Italia.

 

Non mancano anche i video divulgativi del progetto con INFN: “La Fisica tra le onde” è una serie di video realizzati dai bambini per i bambini.

 

"Dopo la serie sulle energie rinnovabili tenuta dai nostri figli e andata in onda anche su RAI GULP, ne abbiamo realizzata una seconda sui raggi cosmici, perché a bordo abbiamo un rilevatore di raggi con cui facciamo esperimenti. Alcuni dei quali fatti anche all'osservatorio astronomico di La Palma, uno dei più grandi al mondo”.

 

Lanzarote: l’isola di cactus e vulcani

Per vivere al meglio l’isola, la famiglia Barberis ha da poco acquistato un’auto usata. “Una vecchia macchina scassata ma per noi l’ideale per caricare tre figli, cane e attrezzature sportive. L’auto ci permette di muoverci per incontrare amici, partecipare a eventi e soprattutto di perlustrare l’isola scoprendo tutti i suoi angoli nascosti. 

 

Tra i nostri luoghi preferiti, c’è sicuramente il Lago verde, conosciuto anche come Charco de los Clicos, nel lato sud ovest dell'isola: un lago alimentato dalle acque dell'oceano, formatosi all'interno di un cratere crollato nel tempo, che ha formato una baia dai colori meravigliosi che cambiano a seconda del meteo e del momento del giorno. Altri luoghi imperdibili, a nostro avviso, sono i geiser del parco del Timanfaya, dove si gode di un panorama davvero unico nel cuore di venticinque vulcani con la lava che entra nell'oceano all'orizzonte, e il Jardin de Cactus, per immergersi in una vegetazione sorprendente, dal verde dei cactus imponenti al rosso della terra. 

 

Per quanto riguarda le spiagge, consiglio assolutamente il Caleton blanco, a nord dell’isola, una spiaggia bianca con piscine naturali tra gli scogli che rompono le onde potenti dell'oceano”. 

 

Parco Nazionale di Timanfaya 

Si continua a viaggiare!

L’estate scorsa la famiglia ha navigato alla scoperta delle altre isole dell’arcipelago, che sono tutte meravigliose.

 

“La mia preferita è La Palma - rivela Sara - che è davvero la ‘isla bonita’. Consiglio vivamente di salire sulla cima del Roque de Los Muchachos, a 1900 metri. Vi troverete immersi in un mare di nuvole e da qui abbiamo osservato il cielo stellato per me più bello in assoluto. Ovviamente a La Palma le spiagge non mancano, e sono quasi sempre spiagge nere come il carbone, poco attrezzate e molto selvagge. A noi sono piaciute moltissimo il Charco Verde, ideale per il relax; Echentive, un luogo incredibile vicino alle saline e ai piedi del vulcano con una pozza di acqua turchese e calda; El Faro, più piccola ma un vero regno di pace; Charco Azul, con delle piscine naturali e un chiringuito; e infine Bujaren, una spiaggia vergine e selvaggia che è il paradiso dei surfisti”.

 

“Abbiamo inoltre navigato lungo le coste di Fuerteventura, di Gran Canaria e di Tenerife, dove ammiri la neve sulla cime del vulcano Teide che spunta da lontano in mezzo al mare, e la piccola Gomera. Ce ne manca solo una, El Hierro, ma aspettiamo il vento favorevole per visitarla. Queste isole sono sorprendenti anche per la diversità di clima, la varietà di vegetazione, coste e paesaggi”.

 

Roque de los Muchachos

Godersi il bello della vita, senza schemi

“Quest’inverno ci siamo invece innamorati del Marocco, che abbiamo raggiunto in aereo, e dove quest’estate arriveremo in barca, nonostante la costa marocchina non sia facile da navigare, a causa dell’oceano e dell’assenza di porti turistici adatti. 

Dopo la traversata, lasceremo la barca ad Agadir e procederemo via terra. Oltre al Marocco, l’intenzione è di raggiungere anche l’isola portoghese di Madeira, tempo e mare permettendo”.

 

E la traversata atlantica?

 

“L’idea iniziale, quando siamo partiti nel 2020, era di attraversare l’Atlantico nei mesi invernali, quando ci sono gli alisei. Poi il Covid ha rallentato i nostri piani, il periodo sabbatico che ci eravamo concessi è terminato, e in questo momento, causa scuola e lavoro, l’organizzazione sarebbe ben più complicata. Raggiungere il Pacifico continua a essere uno dei nostri desideri, ma non abbiamo fretta e ci godiamo le belle cose della vita poco a poco, senza schemi prestabiliti. Vivere a bordo di una barca in cinque persone vuol dire continuare a cercare l'incastro perfetto tra le esigenze di tutti. Non siamo genitori egoisti che vogliono solo realizzare i propri sogni, ma ascoltare e soddisfare i bisogni dei nostri figli ha la priorità su tutto. Il nostro viaggio non è una meta da raggiungere, il nostro viaggio si chiama vita”.

 

www.shibumi.it

FRESCHEZZA, COMFORT, COLORI: ESTATE

Leggero, comodissimo, colorato: è così che vogliamo l’abbigliamento per le nostre bambine e i nostri bambini. T-shirt in colori sorbetto, pantaloncini resistenti alle capriole, vestitini che fluttuano leggeri. Ai piedi sandali o sneaker in materiali traspiranti, per piedi freschi tutto il giorno, ma ben sostenuti.

One stop shop, troviamo tutto qui www.primigi.it/shop

 

*Articolo redatto in collaborazione con Giovani Genitori

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