I dolci di Carnevale

Oltre a maschere e costumi, c'è un lato 'delizioso' del Carnevale, tutto da assaporare: un viaggio lungo la penisola alla scoperta dei dolci tipici della tradizione.

 

Tempo di travestimenti, scherzi e fantasia, il Carnevale è una festa adorata dai bambini come dai grandi: sa colpire l’immaginario con pizzichi di follia e sregolatezza, dando libero sfogo alla creatività e valorizzando le peculiarità regionali… E non solo in tema di maschere!

Viaggiamo con i sapori della tradizione lungo la nostra penisola, alla scoperta delle più irresistibili leccornie carnevalesche.

Chiacchiere che uniscono l’Italia

Bugie in Piemonte e Liguria, cenci in Toscana, frappe nel Lazio, crostoli in Veneto… fatto sta che quando sulla tavola plana un vassoio dorato ricolmo di queste prelibatezze, le parole lasciano spazio agli assaggi.

Il più famoso dei dolci di Carnevale è una striscia di pasta fritta croccante, spolverata di zucchero a velo, ripiena (a seconda della ricetta regionale) di miele o marmellata di albicocche o crema di cioccolato e buonissima anche nella versione semplice senza ripieno.

 

Una curiosità storica: queste leccornie erano già diffuse tra gli antichi romani che, durante il periodo della festa pagana dei Saturnalia ('antenata' del Carnevale), a celebrazione della divinità Saturno preparavano le frictilia: dolci fritti a base di uova e farina e dalla forma tonda e schiacciata.

Le frictilia erano considerate un simbolo di abbondanza e di forza per affrontare il lento passaggio dall’inverno alla primavera.

 

Top tasting: per i grandi l'abbinamento giusto è un bicchierino di grappa o di Marsala; per i bimbi una tazza di zabaione tiepido, per un tocco di energia in più!

Frittelle in 'gondoleta'

Il più scenografico dei Carnevali italiani, quello di Venezia, è rinomato in tutto il mondo per le sontuose sfilate.

 

Non tutti però conoscono il dolce simbolo di questa festa, le frìtole, frittelle dalla forma tondeggiante preparate con uova, farina, zucchero, uvetta, pinoli e spesso farcite con crema pasticcera.

Originarie dell’epoca rinascimentale, raggiungono la massima diffusione tra il Seicento e il Settecento, periodo in cui i fritoleri  friggevano queste ghiottonerie in olio, grasso di maiale o burro dentro a enormi padelle sostenute da tripodi, per poi venderle calde agli avventori, e lo facevano in baracche di legno antesignane dell’odierno street food.

 

Top tasting: le fritole si accompagnano bene con un vino festoso come delle briose bollicine dei Colli Euganei; per i piccoli è perfetta una fresca spremuta d’arancia.

Al 'centro' della festa

Nella zona del centro Italia, tra Marche, Abruzzo e Molise, il dolce tipico del Carnevale è la cicerchiata. Si tratta di piccolissime palline fritte nello strutto, ricoperte di miele e disposte nel piatto a mo’ di corona.

 

Insignita del riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tipico (PAT), la cicerchiata ha un’origine nebulosa e, come da migliori tradizioni campanilistiche, contesa: c’è chi sostiene che i natali di questa prelibatezza siano da attribuire all’Abruzzo in virtù del fatto che si tratta di una regione produttrice storica di un’ottima qualità di miele (ingrediente peculiare); e c’è chi l’aggiudica al territorio al confine tra Umbria e Marche, come diretto discendente di un dolce autoctono affine.

 

Top tasting: se i grandi possono accompagnare la cicerchiata con un bicchierino di limoncello che ben si sposa con la dolcezza miele, i più piccoli hanno la possibilità di dar vita alla ghiottoneria maxima con il tocco finale di una pioggia di Smarties colorati.

Dolce Pulcinella

Nella città partenopea, i dolci di Carnevale hanno sapori e forme variegati che incontrano i gusti di tutti.

 

Rielaborazione dei Krapfen tedeschi risalenti al periodo della dominazione austriaca in Campania, le graffe napoletane sono ciambelle fritte ricoperte di zucchero con una base di farina, patate, latte, burro, uova, lievito di birra e fritte nell’olio di arachidi.

 

Ricetta tipica della cucina campana, sono associate al periodo carnevalesco ma sono reperibili durante tutto l’anno.

 

Top tasting: imperdibile l’abbinamento di una graffa calda nel suo cartoccio di carta con un sorso di liquore Strega. E per i piccoli una bella limonata frizzante!

Sinfonia di zeppole

Risalenti al diciannovesimo secolo, le zeppole di San Giuseppe sono delle frittelle dolci della tradizione napoletana, preparate tendenzialmente nel periodo del Carnevale e in particolare in occasione del giorno di San Giuseppe, il 19 marzo.

 

Composte da una pasta choux che, invece di essere cotta al forno come i bignè viene fritta in olio, le zeppole sono leccornie assolute, farcite con una golosa crema pasticcera aromatizzata alla vaniglia e decorate con amarene sciroppate.

 

Prelibatezza dall’origine antichissima (si stima la nascita in epoca romana), anche le zeppole di San Giuseppe vengono oggi proposte nelle pasticcerie napoletane durante tutto l’anno, con una variazione in tema di farcitura: crema alla gianduja e panna.

 

Top tasting: un semplice caffè è perfetto per le zeppole, ma i più golosi e i bambini le possono gustare con cioccolata calda.

Rose al sapore di miele

Strisce croccanti di pasta fritta intinte nel miele e con una caratteristica forma a "rosa": le rosacatarre sono il dolce tipico del Carnevale molisano.

Si distinguono per la forma dai caragnoli, un altro dolce tipico di quyesto periodo: i caragnoli sono infatti simili a un'elica.

 

Top tasting: si accompagnano bene con una flute di moscato molisano, dalle note floreali e fruttate. E per i kids? Un succo al mirtillo servito per l'occasione anche per loro in un calice!

Le tzippulas: prelibate tradizioni sarde

Forte di una tradizione dolciaria antica e molto varia, la Sardegna propone nel periodo del Carnevale le tzippulas, conosciute nel cagliaritano come frittura araba. 

Dalla sagoma variabile, – possono essere ciambelle irregolari, oppure enormi spaghetti arrotolati in spirali – hanno tra gli ingredienti la pasta lievitata aromatizzata alla scorza d’arancia, lo zafferano, il filu ‘e ferru (l’anice), lo zucchero a guarnire.

 

Top tasting: da accompagnare all'immancabile bicchierino di mirto. Per i piccini una cioccolata calda, amara e dall’aroma d’arancia.

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