AI BAMBINI PIACE L’ORDINE

Alla base del metodo Montessori c’è l’ordine. Scopriamo come trasformarlo in un gioco

 

I piccoli, come gli adulti, non amano stare in mezzo al disordine, perché in un ambiente ordinato ci si rilassa ed è più facile concentrarsi.

L'ordine dell'ambiente esterno è funzionale allo sviluppo dell'ordine interiore: è questo il motivo per cui molte scuole dell’infanzia prediligono il grembiulino che rende il “panorama della classe” più omogeneo e rilassante.

L’ordine ha anche un ruolo importante nella filosofia educativa di Maria Montessori e ottobre è il mese ideale per fare ordine e ripartire!

Il metodo Montessori

Il metodo ideato da Maria Montessori, scienziata italiana che è stata educatrice, pedagogista, filosofa, medico e neuropsichiatra infantile, è un sistema educativo conosciuto e praticato in ogni parte del mondo.
Il suo obiettivo è dare libertà al bambino in modo da permettergli di manifestare la sua spontaneità.

L’adulto, più che una guida, è considerato il custode dell’ambiente. II suo compito è offrire al bambino uno spazio a sua misura, attraente, adatto al suo grado di sviluppo, dove può trovare risposte alle richieste della crescita.
Ogni cosa presente nell’ambiente deve avere un motivo per esistere. Se manca uno scopo preciso, significa che l’oggetto non serve non deve esserci.
Per Maria Montessori i bambini, nei primi anni di età, non possono assolutamente vivere nel disordine: per loro è una vera e propria sofferenza.

In cameretta: meno è meglio

Spesso le camerette dei bambini sono troppo piene di materiale e questa condizione non facilita l’ordine.

Liberare lo spazio da tutto ciò che non serve è il primo passo. Togliamo gli oggetti che non sono adeguati all’età dei bambini o che non sono attraenti per loro: la preziosa bambola di porcellana della nonna, la giostrina che stava appesa sulla culla e i giochi che non interessano più possono essere selezionati e finire in uno scatolone, conservati per il futuro o per tornare “a rotazione” in camera.

Anche gli oggetti rotti o rovinati vanno buttati via. Lo stesso vale per i vestiti, per le lampade e i mobili. Una cameretta “a misura di bambino” è quello che serve a un bambino!
Dopo aver fatto il “decluttering” disponiamo tutti gli oggetti in modo che siano facilmente accessibili. L’ideale è arrivare a una situazione in cui ogni oggetto ha il suo posto, così il bambino può raggiungere in autonomia il giocattolo che cerca e può rimetterlo in ordine quando ha finito.

A scuola: cartella e portapenne

Uno splendido esempio di montessoriana virtù è la cartella. Gli zaini e i portapenne sono pensati per contenere tutti gli oggetti necessari nel giusto ordine.
Poter contare sulle proprie matite, non dover elemosinare a un compagno l’uso della colla e delle forbici sono piccoli elementi che rafforzano l’autostima del bambino.
Diamo l’esempio, controllando periodicamente che il materiale scolastico sia presente e sia in ordine.

 

Non dobbiamo pretendere che il bambino faccia tutto da solo, ma nemmeno dobbiamo sostituirci a lui. Mettere in ordine il portapenne è un gioco da fare insieme: facciamo la punta alle matite, controlliamo che i fogli siano in ordine nel quaderno, mettiamo le copertine ai libri.
Facciamo tutto questo con gioia e con dolcezza, senza innervosirci e senza sgridare il bambino che sta imparando, per la prima volta nella sua vita, elementi così importanti per strutturare la sua autoefficienza. 

L’ordine automatico

Se i passaggi che insegnano l’ordine sono stati condotti con calma, pazienza e amore, se riordinare è considerato un arricchimento della propria condizione di vita, se la cura del proprio ambiente è un valore, è facile che il bambino si abitui a essere ordinato, non per dovere ma perché si rende conto di vivere meglio.

Mettere a posto, quando è facile, diventa un’azione abituale e scontata e il genitore che riesce a trasmettere questo concetto ha svolto una importante azione educativa. 

 

#cresceregiocando #giocaconprimigi

 

*Articolo redatto in collaborazione con Giovani Genitori

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